Jean Etienne est le 3ème des 10
enfants de Joseph Lottinger (1692-1744), receveur des
consignations du comté de Blâmont, et de Marie-Thérèse Poirot
(1696-1759) . Tous sont nés à Blâmont. |
Acte de baptême - 1727 |
- Antoine Joseph (1725-18…), docteur en médecine (père de
Charles François Xavier Lottinger
(1751-1798) )
- Sébastien (1726)
- Jean Etienne (1727-1804), avocat à la cour, intendant des
finances de Milan, conseiller au conseil de Lombardie
autrichienne
- Claire Thérèse (1730-…)
- Anne Marie (1733-…)
- François Charles (1734-…)
- Marguerite Françoise (1736-…)
- Jean François (1737-…)
- Charles François (1740-…)
- Marie Françoise (1741-…)
Le premier acte des archives
mentionne en 1750 Jean Étienne Lottinger comme avocat à la Cour
Souveraine.
Le texte italien ci-dessous nous donne des éléments
biographiques beaucoup précis que a nécrologie suivante :
Journal de
Francfort – 10 octobre 1804
Des frontières de l’Italie, le 1er
octobre […]
M. le baron Etienne de Lottinger, référendaire près du
gouvernement général des provinces ex-vénitiennes, est
mort, le 26 du mois dernier, à Venise, dans la 79e année
de son âge. II étoit de la Lorraine. |
Delle inscrizioni
veneziane. Raccolte ed illustrate da Emmanuele
Antonio Cigogna
Ed. Venezia, G. Orlandelli, [1824-1853]
SAN GEMINIANO
36
A. P. Ω I PLACIDE HEIC QVIESCVNT I GRA TIS AMICISQVE LACRYMIS !
LARGITER IRRORATI I A NVLLA VINDICE MANV I SVBMO TI CINERES |
STEPHANI LIB. BARONIS A LOTTINGER I E LOTHARINGIA l QVI i FRA
CISCI I. AVG. PRINCIPIS | SI FORTVNAM SECVTVS PRIMVM GENVAE I
MERCATVRAE TVENDAE l CONSVLATVL OPTIME GESSIT I MOX QVAESTOR
MEDIOLANI l PVBLICAE PECVNIAE PRAEFVIT l POPVLO PROSPI CIENS
FISCVM AMPLIANS I FELICI DITIONE PACE CESSAT | VENETIIS AERARIO
INSTRVENDO | DEMVM CONSVLTOR DESIGNATVS | OTIVM HABVIT CVM
DIGNITATE
I DOLERI MERITVS | VITA NON BONORVM MEMORIA | EXCESSIT | V. CAL.
OCTOB. MDCCCIV l LVDOVICA A COLLE | AVVNCVLO DVLCISSIMO l M. P.
Dal mss. Pasini raccolgo questa lapide, che andò con tante altre
perduta. Non però ebbero la stessa sorte le ossa del Baron de
Lottinger qui nel 1804. sepolte, perchè al momento della
demolizione della Chiesa 1807 furono portate in quella oggidì
aperta di san Maurizio.
Ecco quanto in proposito della lapide e dell'illustre sepolto
leggesi nel più volte citato mss. Galvani: « Nel frattempo
vennero ricercate nobile signora LODOVICA DE COLLE nipote del
signor STEFANO barone de LOTTINGER le ceneri del medesimo, che
stavano in questa Chiesa rinchiuse in una cassa sotterra
indicata dalla detta epigrafe scolpita sulla pietra sepolcrale
che le copriva. Questa iscrizione fu fatta dal chiarissimo ed
eccellentissimo signor cavaliere Francesco di Enzemberg allora
Presidente del Tribunale di Appello di Venezia, amico e
conoscitore delle sue virtù, nella quale volle comprendere
succintamente il seguente suo elogio.
« Il barone Stefano di Lottinger fu uno de più celebri
conoscitori, e ministri di finanza che la casa d'Austria abbia
avuti in Italia. Nativo di Blamont in Lorena esercitava la
professione di Avvocato, quando determinossi di seguire il primo
il suo Principe Francesco Duca di Lorena e di Bar divenuto Gran
Duca di Toscana e quindi Imperatore de'Romani. Fu da lui
nominato console Imper. a Genova, ov' ebbe occasione di spiegare
i suoi particolari talenti in affari di pubblica amministrazione.
L'Imperatrice Maria Teresa volendo eriger in Milano un supremo
Consig, di Economia, ve lo destinò in qualità di Consigliere. La
prima importantissima operazione ivi da lui immaginata e ridotta
ad un termine felicissimo si fu l'instituzione del Monte di s.
Teresa, col mezzo del quale la casa d'Austria pagò nel periodo
di non molti anni gl'immensi debiti, di cui trovò caricato lo
stato, redimette tutte le regalie state alienate da'suoi
antecessori, e si formò una fontedi grandiosi sussidj pei casi
di bisogno. La Prefettura di questo Monte, l'Intendenza generale
delle Regie Poste, e la Vice Presidenza alla Camera de'Conti
furono gli impieghi che lungo tempo sostenne simultaneamente.
Fatto poi Intendente generale delle Regie Finanze per tutta la
Lombardia Austriaca, riusci nella difficile impresa di
conciliare l'ampliazione delle regie entrate con l'universale
contentamento della popolazione. Il metodo da lui introdotto e
fatto eseguire colla massima equità operò l'effetto di
accrescere quasi del doppio gl'introiti del regio erario
gravitando soltanto su ciò che apparteneva al lusso, e
risparmiando ciò che riguar dava il popolo ed i bisogni della
classe men facoltosa. Chiamato a Vienna dopo la pace di
Campoformio fu delegato nella sua qualità d'Intendente generale
alla sistemazione delle regie Finanze di Venezia allora
disordinate, e in gran parte disperse per le antecedenti occorse
vicende. Adempì all'incarico con somma destrezza, e con utilità
tanto del sovrano che dei sudditi, e riscosse l'universale
ammirazione. Innalzato finalmente alla carica di Consultore
presso il Governo generale degli stati Austriaci in Italia gli
era riuscito di ottenere quella dignitosa tranquillità, a cui da
gran tempo aspirava. Ma l'invidia de'grandi pel favore, ch'ei
godeva presso il suo sovrano, e la conseguente animosità de'lo
ro satelliti, si scosse contro di lui: gli suscitò delle
persecuzioni essenziali anche in via giudiziaria con imputazioni
immaginarie ed ingiuste. Egli sostenne tale avversità con quella
placidezza e costanza ch'è propria dell'uomo giusto. Ripeteva
sovente a' suoi amici il detto di Orazio. Murus aheneus esto,
nil conscire sibi, nulla palescere culpa. L'Imperatore stesso
smascherò la perfidia dei persecutori, e troncò il corso
all'ordita trama. Dotto ed erudito amava le lettere e i
letterati, sensibile e mansueto sovveniva senza fasto l'indigenza,
e rendeva benelicii per ingiurie; caro al sovrano, e caro ai
cittadini mori nel 1804 all'età di anni 77, lasciando di se una
sempre grata ricordanza. (1) Le ceneri di quest'uomo contenute
nella pro pria cassa vennero trasportate nella Chiesa di s.
Maurizio rifabbricata sul modello di quella di s. Giminiano.
Erano già in quella Chiesa di s. Maurizio con simmetria disposte
nel pavimento le lapidi destinate per le sepolcrali inscrizioni,
né vi si poteva per la loro angustia riportare per intiero
quella or ora riferita; venne quindi concentrata nella seguente
: D.O.M | HIC. QVlESCENT | STEPHANl. B. DE L0TTINGER |
LOTHARINGI | AVGG. AVSTR. CAESARVM | GENVAE. MEDIOLANI. VENETIIS
| CONSVLIS. QVAESTORIS. CONSVLTORIS | CINERES | E.D. GEMINIANO.
AEDE | LVDOVICAE. DE. COLLE | SORORIS F. CURA | TRANSLATI | AN.
MDCCCVII | OBIT AN. MDCCCIV | AVGG. ET. CIVIBVS. I AEQFE. CARVS
|
(1) Nelle Notizie del Mondo IV. 78 = sabbato 29
settembre 1804. Venezia si legge. Il di 26 a notte avanzata sul
principiare di un terzo accesso di febre rimittente perniciosa
ha qui cessato di vivere nell'età di 78 anni il meritevole
signor Barone D. Stefano de Lottinger, consultore presso questo
Imperiale Regio Governo Generale. Era nativo Lorenese ; servi
per il corso di 12 anni in qualità di console Imperiale presso
la repubblica di Genova; di là passò impiegato presso le Finanze
in Fiandra ; quindi fu eletto Intendente generale delle I. R.
Finanze in Milano, ed ultimamente in Venezia, e finì come
Consultore di Governo l’onorevole carriera di 55 anni di
servizii prestati all'Augusta casa d'Austria.
Nel Necrologio della parrocchia sta così scritta la fede della
sua morte: adi 27 settembre 1804. Attesto io sottoscritto che S.
E. Barone D. Steffano di Lottinger consultore presso l'eccelso
I. R. Governo Generale di Venezia figlio del fu Giuseppe, nativo
di Balmont in Lorena d'anni 77 circa mori questa mattina all'ore
otto da febbre attaxica perniciosa dopo due giorni di decubito.
Il cadavere ne potrà essere tumulato questa sera con il capitolo
nella mia Chiesa.
Come per fede del medico fisico Gaetano Ruggieri.
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